Le Lessate – 17 Gennaio
Accensione di un grande fuoco davanti alla chiesa di Santa Maria di Loreto in onore di Sant’Antonio Abate, con la distribuzione delle “Lessate”. Pietanza a base di legumi e cereali (ore 16.00)
Z’ seca la Vecchia
Tradizione che si svolge il giorno di metà Quaresima e consiste nel recitare una satira paesana che viene rappresentata da improvvisati attori comici che ironizzano sul senso del rapporto sessuale ed i piaceri della vita in genere, che, nel periodo della Quaresima, dovrebbe rappresentare una privazione.
Premio Nazionale di Poesia Arturo Giovannitti – 1 Maggio
Il Premio Nazionale di Poesia Arturo Giovannitti giunto quest’anno alla XIII edizione è dedicato al poeta e sindacalista, considerato il molisano più conosciuto nel mondo, vissuto a New York fino alla morte avvenuta nel 1959. La manifestazione viene organizzata dall’Associazione culturale Arturo Giovannitti con il Patrocinio della Regione Molise e del Comune di Oratino, e la cerimonia di premiazione si tiene il 1 Maggio di ogni anno.
Tale consolidata manifestazione è distinta in 3 sezioni:
A_Primo livello dedicato a studenti della scuola secondaria superiore;
B_Poesia edita o inedita a tema imposto;
C_Silloge, edita o inedita a tema libero.
San Bonifacio – 14 Maggio
Patrono di Oratino. Festeggiamenti in piazza.
Infiorata – Corpus Domini
La processione del Corpus Domini è abbellita e contornata da tappeti di fiori, realizzati dai cittadini. Le vie del borgo medievale mostrano un’immagine straordinariamente bella, grazie a queste vere e proprie decorazioni artistiche. Inoltre sulle ringhiere delle abitazioni appaiono coperte e lenzuoli ricamati a mano, che rendono l’atmosfera ancora più coinvolgente.
Da qualche anno l’evento è stato anticipato al sabato precedente il giorno del Corpus Domini.
Agosto in Oratino
Organizzazione di una serie di attività culturali, sociali e sportive che si sviluppano nel periodo a cavallo di Ferragosto. Nelle due settimane si alternano momenti musicali di alto profilo abbinati a iniziative prettamente culturali accompagnate da degustazioni di piatti tipici locali.
Festival Ugo Calise
Nell’agosto 2014, in occasione del ventennale della scomparsa di Ugo Calise, famoso cantautore e musicista di caratura internazionale, conosciuto soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, nato ad Oratino nel 1921, ma che ha svolto la propria attività artistica prevalentemente nell’isola di Ischia, oltre ad intitolare il Belvedere al cantautore oratinese, è stata organizzata una Kermesse musicale di tre giorni che ha visto alternarsi sul palco giovani cantautori emergenti del Centro-Sud Italia.
Tale iniziativa, giunta quest’anno alla III edizione, fa parte di un evento permanente, Festival della Canzone d’Autore “Ugo Calise”, con l’obiettivo di promuovere la buona musica, capace di coniugare la tradizione musicale mediterranea con le nuove tendenze cantautoriali italiane e straniere. Lo scorso anno 2015 è stato ufficializzato il Gemellaggio tra Oratino e la Città di Ischia. La premiazione dell’edizione 2016 si è svolta a Napoli all’interno del suggestivo Maschio Angioino.
Alto appuntamento di rilievo è Festival La Fabbrica dei Mostri, evento annuale di musica arte e cultura organizzato nell’area delle cave di pietra in cui per sette giorni si incontrano decine di band provenienti da tutta Italia per confrontarsi sui nuovi linguaggi della musica contemporanea.
La Fabbrica dei Mostri – agosto
Il Festival “La fabbrica dei Mostri” è un evento musicale al quale ogni anno partecipano migliaia di ragazzi e che ospita decine di gruppi, anche di alto livello. La kermesse è organizzata nello straordinario scenario delle Cave di pietra del paese e riscuote sempre maggiori consensi di critica e di pubblico.
San Gennaro – 19 settembre
Protettore di Oratino. Festeggiamenti in piazza.
Madonna di Loreto – 20 settembre
Processione con fiaccolata.
La Faglia – 24 Dicembre
La “Faglia” è un grosso cero fatto di canne lungo circa 13 metri per poco più di un metro di diametro che la vigilia di Natale viene trasportato a spalla dagli oratinesi dall’ingresso del paese fino al sagrato della Chiesa, dove viene issato ed acceso. É questo il momento più suggestivo: l’enorme torcia sembra gareggiare con le dimensioni del campanile cui di fronte è posta. Tradizione fortemente carica di simbolismi, di origini pagane come rituale della fecondità, ha assunto nel tempo un marcato aspetto religioso e serve per fare luce a Gesù Bambino quando scende dal cielo per Natale.
Il primo atto nella realizzazione della faglia è la ricerca della materia prima, cioè le canne, che è affidata alle nuove leve maschili del borgo che, in origine, venivano nottetempo asportate a valle sulla riva del fiume o abilmente sottratte presso poderi privati. Questo materiale viene depositato in un punto convenuto (una volta conosciuto da pochi). Sempre di notte si provvede alla costruzione dell’enorme cero, che richiede specifiche abilità artigianali, sia per la battitura sia per il confezionamento. Per insaccare in maniera compatta l’enorme cilindro si ricorre ad un attrezzo di legno chiamato “partiell” (forse pestello) con cui si costipano le canne. La rigidità viene assicurata tramite l’assemblaggio con robusti cerchi di ornello opportunamente legati.
Dopo il completamento, la Faglia viene trasportata a spalla da circa cinquanta persone, che a coppie reggono un sottoposto asse in legno orizzontale di sostegno. Il corteo è preceduto da uno sparuto gruppo di musicanti che con una marcetta popolare tenta di lenire le fatiche dei portatori. Molto rilevante è pure la presenza del Capofaglia che, in piedi sulla faglia, la guida nella sua ascensione in cima al paese e, con un vero delirio verbale, prende in giro le vittime dei furti di canne.
L’innalzamento è la fase centrale, la più duratura e la più delicata, in quanto occorre far passare il manufatto di canne dalla posizione di riposo a quella verticale, cioè attiva e più propriamente rituale, preliminare all’accensione, fomentatrice di stupore e commenti salaci (rigidità, verticalità, lunghezza, efficacia estetica del fallo). Era una manovra particolarmente pericolosa in quanto la faglia veniva eretta soltanto con l’ausilio di scale lignee e funi di canapa oltre ad una buona dose di perizia umana; solo da qualche anno si usa un argano munito di cavo di acciaio che rende l’operazione tecnicamente senza rischi, né per la struttura né per gli astanti.
L’accensione è l’atto finale: la Faglia viene accesa dal piano della cella campanaria con l’ausilio di un panno imbevuto di liquido infiammabile. Segue la benedizione da parte del parroco. Il cero arderà lentamente per tutta la notte, lasciando al mattino pochi residui che, a scopo apotropaico, venivano raccolti e conservati.
All’interno della manifestazione, inoltre, si celano una serie di simboli:
– oggetto verticale: la faglia richiama il simbolismo della fecondità ed è connessa all’idea che quanto più sarà grossa e lunga, tanto più abbondante sarà il raccolto ed anche tanto più virili saranno quelli che l’hanno realizzata. Richiama inoltre il simbolismo della verticalità e dell’albero. Il simbolo dell’albero è molto antico ed esprime la perpetua rigenerazione della vita nel suo senso dinamico: è carico di forze sacre, fiorisce, perde e ritrova le foglie, si rigenera; muore e rinasce innumerevoli volte. É il simbolo universale e fonte di vita a tutti i livelli.
– canne: non è casuale la scelta della materia prima: la faglia poteva essere costruita anche con materiale diverso. Le canne sono state preferite, nonostante la non facile reperibilità ad Oratino, proprio perché devono essere cercate nei posti più disparati o addirittura rubate nelle notti lunari strappandole verdi che sono simbolo di purificazione, fertilità e abbondanza.
– sole e fuoco: la tradizione della faglia è anche un rito solare di ascendenza celtica, collegato al solstizio d’inverno, allorché si situa l’inizio del nuovo anno astronomico. Simbolicamente si festeggia Cristo nuova vita ascendente, che assomma in sé anche l’allegoria del fuoco. Come il sole con i suoi raggi, così il fuoco con le fiamme è il simbolo della luce celeste, dell’azione illuminatrice, purificatrice e fecondante.
– rito di iniziazione: la sopravvivenza della comunità è assicurata dalle nuove generazioni maschili, che, prima di giungere alla stadio della virilità, devono dare dimostrazione di comportamenti coraggiosi per realizzare l’ingresso completo nella comunità.